Capitolo II – Le false libertà
“Non voglio insegnarti nulla,
voglio imparare.
Non voglio ricordarti cosa
devi o non devi fare.
Voglio avere qualcosa da ricordare.
Voglio essere te
e voglio che tu sia me.
Voglio amare liberamente
per questo mondo,
questa umanità
che è come me
nel fiume del cambiamento.”
Ci hanno detto che adesso siamo più liberi di prima. Adesso abbiamo il “benessere”. Ma come fare a dimostrare che è vero? Dobbiamo vedere le strade percorse ieri e le strade che stiamo percorrendo oggi. E quelle che percorreremo domani. Dobbiamo capire cosa era ieri. E come sapere la verità su cosa era ieri. E già iniziano le difficoltà…
L’esperienza dello sportello mi dà qualche risposta, vite vissute veramente in tempi in cui la mia esistenza non era nemmeno prevista.
Mi ricordo un racconto di mio padre, quando abitava a Via Capo D’Africa, vicino al Colosseo, avrà avuto dieci anni. Quando passeggiava con suo fratello, mio zio, compravano una gomma da masticare e, siccome i soldi erano pochi, dovevano usarla prima uno e poi l’altro. Allora mio padre diceva a mio zio:
– Quando passa il tram ti do la gomma da masticare.
Fatto sta che quando il tram passava mio padre faceva notare una bellissima vetrina di un negozio di giochi a mio zio, che incollava la faccia ammaliato ad essa e perdeva l’occasione di conquistare la tanto agognata gomma da masticare.
Ma adesso non si chiama più “gomma da masticare”. Adesso è un “chewing gum”, si chiama come un famoso ponte di una famosa città degli Stati Uniti, esiste in decine di gusti diversi, dalla liquirizia all’”Ice Crash” che “si distingue per il gusto freddissimo, che sprigiona nella bocca una sensazione unica. Il packaging ologrammato di forte impatto visivo, lo rende ancora più originale ed esclusivo.”
Adesso abbiamo la libertà di scegliere tra decine di prodotti diversi, abbinare il pacchetto di preservativi con il colore della giacca, avere scarpe da ginnastica da duecento euro, ma per uscire la sera, non per andare a correre. Non sia mai, c’è l’automobile per spostarsi. Duecento cavalli, gomme ribassate, assetto sportivo, doppio terminale di scarico, così la vecchietta che abita al quinto piano della tangenziale Est può sentire meglio il rombo del motore e sfrecciare… A cinque chilometri orari, perché è tutto bloccato. Nemmeno i motorini riescono a passare, il traffico è congestionato da migliaia di automobili con una sola persona a bordo, mille chili di ferraglia per trasportarne ottanta, una stufa che produce novanta gradi, perché c’è l’innovativo sistema di raffreddamento ad acqua, altrimenti il motore fonde, gli automobilisti incazzati come le belve, in preda ad un’ira che basterebbe a scatenare una guerra mondiale, un odore terribile da fabbrica chimica… Ma c’è il ricircolo dell’aria, così non senti nessun olezzo, se non il profumo dell’ultimo dopobarba di Sergio Tacchini che hai comprato a solo cinquanta euro e che sicuramente ti farà fare colpo sulla Naomi Campbell che certamente incontrerai stasera in discoteca, subito dopo esserti ubriacato in un pub. Ballerai come in “Dirty dancing”, mentre lei ti guarderà con sguardo affascinato e inizierà a strofinarsi su di te…
Anzi sulla tua auto, con il suo vestito bianco, fino a pulirla e lucidarla tutta e poi, facendoti l’occhiolino, ti chiederà se l’accompagni a casa che è da sola.
Insomma, comunque anche se c’è traffico, non andrà poi così male la giornata. Certo, essersi svegliati alle sei e mezzo per andare al lavoro, un lavoro che non ti piace nemmeno tanto, ma che ti consentirà di acquistare il nuovo cellulare che fa le video-chiamate, le foto che puoi spedire a tutti i tuoi amici, a solo trecento euro compresa una ricarica di cinquanta euro inclusa e le tasse pagate fino al 2060.
Insomma niente di cui disperarsi…
E poi se la sera sei stanco e non ce la fai proprio ad andare a ballare c’è sempre il tuo nuovo televisore da quarantadue pollici al plasma, che ti fa essere come al cinema, quasi uguale al cinema… Peccato che manchino i bambini che si mangiano i pop-corn accanto a te, la ragazza che “casualmente” si è seduta accanto a te, nella penombra la guardi e la sogni, le sue espressioni così dolci, così tenere. No, niente di tutto ciò. Ma puoi sempre chiamare un amico, bere una birra insieme, ubriacarti e constatare quanto il mondo sia ingiusto, perché è metà mese e non hai un soldo per pagarti l’affitto… Già, l’affitto… Ma l’appartamento dove sei a 600 euro al mese, è di un amico di tuo fratello e non puoi certo denunciarlo perché il 4 d’ogni mese pretende i soldi (in nero, s’intende), è una brava persona, ha famiglia, con i tuoi soldi ci manda a scuola i figli e ogni tanto li porta a spasso la domenica in qualche bel centro commerciale, gli compra il gelato, un pallone e il fine settimana è sistemato.
Insomma, basta con questi pensieri e poi… Quasi te ne dimenticavi! (Per questo i tuoi amici ti avrebbero disprezzato, se non odiato) stasera c’è la partita della “Maggica” e quindi è tutto a posto, sai dove andare, sai che c’è sempre qualcosa, qualcosa di grande, di magnifico, che supera ogni tuo sogno: Totti! Dajie capitano facce un gol! Non ci deluderai di certo, staremo incollati, cuore, anima e corpo per te! E anche se non potrai andare allo stadio c’è sempre il teleschermo al centro sociale, pronto per farti godere e soffrire, un orgasmo multiplo ad ogni azione d’attacco, un‘estasi ad ogni colpo di tacco, ogni cross da fuori area, perfetto, perfetto!
Insomma, la tua vita non è poi così tanto male… Hai di che svagarti e poi miliardi di persone vivono nella fame o quasi, tutto sommato stai bene.
Hai una famiglia che ti ama e che farebbe di tutto per te, con tanti bambini orfani… E’ già, il mondo per tanti è qualcos’altro e chissà se cambierà.
Ma tu con tutto questo non ci entri, non hai colpe, non hai responsabilità, anzi, ogni giorno dai un euro, anzi no, cinquanta centesimi (ché la vita si fa più tosta) al marocchino (almeno pensi che sia tale) che ti lava il vetro della macchina e la tua beneficenza l’hai fatta!
Cribbio, stai apposto, sei pure troppo buono. Non sarà certo per questo che rimani sempre fregato, che sono dieci anni che aspetti un aumento di grado al tuo lavoro, ma nulla all’orizzonte, che fai ore di file alla posta, in ospedale, alla banca, che mangi avanzi d’insalata già puliti a prezzi convenienti.
Ma basta pensieri, sei arrivato all’ufficio e tutto questo si cancella, la solitudine nel tuo cuore svanisce al primo caffè, tanto oramai sei abituato a conviverci, forse è una cara compagna, ché nella vita si è soli e nessuno ti aiuta.