Trovo l’iniziativa lanciata da Beppe Grillo veramente interessante. Vorrei analizzarla punto per punto.
Sono d’accordo con Beppe per quanto riguarda il primo punto della proposta di legge di iniziativa popolare, ossia che non si possa candidare alle elezioni il cittadino italiano condannato in via definitiva; non sono assolutamente d’accordo sull’estendere tale divieto a chi è stato condannato in primo e secondo grado, poiché in tale caso non si ha la certezza della condanna e è in aperto contrasto con uno dei principi fondanti della repubblica italiana, ossia l’art. 27 comma 2 della Costituzione (l’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva), che considero di sommo valore.
Non sono per nulla d’accordo con il secondo punto, per cui non ci si possa ricandidare per più di due legislature: se così fosse avvenuto nel passato non avremmo potuto per esempio avere per anni un Enrico Berlinguer in Parlamento. Se una persona è valida e coerente non vedo perché non possa rimanere anche per venti anni in Parlamento. Allora dovremmo fare così anche per tutti gli altri ruoli dirigenziali dello Stato, dai ministeri alle università, poiché non certo di minor influenza nella gestione dei beni della collettività. Troverei invece molto più importante conformare il limite d’età pensionabile (ad oggi a 65 anni) per tutti i parlamentari, i professori universitari, i dirigenti ministeriali. Per non avere insomma uno Stato governato da un reparto geriatrico.
Per quanto riguarda il terzo punto sono completamente d’accordo: alle ultime elezioni mi sono sentito veramente privato di uno dei diritti fondamentali, ossia la possibilità di scegliere (nome e cognome) chi votare; è stata una vera e propria dittatura dei partiti, che hanno scelto per noi senza che nessuno glielo chiedesse.
Aggiungerei invece un punto fondamentale nella proposta: la possibilità da parte dei cittadini di revocare il mandato parlamentare. Sarebbe veramente un atto di grande civiltà e democrazia.
Si potrebbe anche vietare ogni forma di pubblicità dei candidati (centinaia di migliaia di euro e chi paga? Noi con il finanziamento pubblico ai partiti) , visto che non dovrebbero essere alla stregua dei prodotti commerciali (come oggi sono), ma consentire loro solo i dibattiti nei luoghi pubblici, tramite i media (in regime di par condicio) e l’obbilgo della pubblicazione dei loro curriculum (con annesso certificato penale).
Un consiglio di cuore a Beppe Grillo: sono d’accordo con tante tue iniziative, ma credo sia anche importante costruire delle scelte partecipate e discusse assieme alle persone per produrre qualcosa di veramente nuovo in questa Italia. Altrimenti si finisce per creare un’ennesima fazione di chi è “pro” e di chi è “contro”, un’ennesima divisione in questo paese già abbastanza frammentato. Tanto più nel caso di una legge di iniziativa popolare.