Mi appresto a scrivere il primo articolo al riguardo dell’agricoltura. Negli ultimi anni ho accumulato una discreta esperienza teorica e pratica in tale ambito, alla ricerca di un cibo qualitativamente migliore del pessimo che si trova attualmente nei supermercati. Sono ormai dieci anni che compro alimenti biologici e da circa tre anni che coltivo con metodo biologico un piccolo pezzo di terra in provincia di Roma. Per iniziare vorrei offrire qualche delucidazione sintetica sulle diverse tecniche agronomiche attualmente utilizzate:
Agricoltura convenzionale
Si intendono con questo termine tutte quelle tecniche agronomiche che si sono iniziate a sviluppare dalla rivoluzione industriale ad oggi. Queste prevedono l’uso intensivo dei terreni, l’utilizzo di sostanze per la coltivazione di sintesi chimica, quali diserbanti, pesticidi, fertilizzanti e macchinari di raccolta, trasformazione e imballaggio di tipo industriale. Tali tecniche di coltivazione impoveriscono il terreno anno dopo anno (oltre che inquinare le falde acquifere sotterranee), costringono a sempre maggiori fertilizzazioni chimiche e distruggono l’ecosistema tramite le monocolture (ettari di terreni con una sola specie coltivata). E’ purtroppo oggi in Italia la tecnica colturale più utilizzata, vista sia la poca attenzione dei media ai danni che produce, sia dalla poca attenzione dei cittadini alla qualità del cibo che mangiano.
Agricoltura biologica
Questo metodo di coltivazione prevede una rigorosa attenzione all’impatto ambientale: si cerca quindi di evitare, quando possibile, l’uso d’ogni sostanza esterna al terreno, favorendo invece il naturale ciclo biologico, applicando sistemi di rotazione delle colture, introducendo insetti utili per contrastare quelli dannosi, utilizzando esclusivamente concimi e insetticidi di origine naturale, cercando insomma di mantenere l’equilibrio dell’ambiente. Un metodo che cerca quindi di recuperare l’ancestrale esperienza contadina, unendola alle più recenti tecniche agronomiche non invasive. L’agricoltura biologica è regolamentata a livello europeo dal Regolamento CE 834/2007, che prevede severi controlli dalla semina al raccolto allo stoccaggio.
Agricoltura biodinamica
Tale tecnica è basata sugli insegnamenti del filosofo austriaco Rudolf Steiner. Questi ritiene che il suolo e la vita su di esso siano imprescindibilmente legati con l’universo. Due principi fondamentali di tale tipologia di coltivazione sono l’uso del compostaggio e l’attenzione alle fasi lunari. Per migliorare la qualità del terreno si utilizzano dei composti di origine naturale chiamati preparati. La maggior parte dei prodotti di tale tipo di coltivazione viene venduta sotto il marchio collettivo DEMETER e ogni anno vengono fatti controlli presso tutte le aziende per verificare il rispetto dei disciplinari.
Agricoltura naturale
Tale tecnica colturale è stata praticata e teorizzata dal microbiologo giapponese Masanobu Fukuoka (qui il sito della sua fattoria). Essa si basa sul principio del non fare, ossia ridurre ogni possibile intervento umano non necessario nella coltivazione, lasciando fare il più possibile alla natura. E’ una tecnica sempre con i principi base dell’agricoltura biologica, quindi senza uso di sostanze chimiche di sintesi, ma in più riduce dell’80% il lavoro necessario alla coltivazione, non avendo bisogno della fertilizzazione e dell’aratura del terreno. E’ una tecnica che richiede molta abilità e che, allo stato attuale, è applicata in piccoli appezzamenti di terreno, ma in Italia, visto il diverso clima rispetto a quello giapponese, è applicata in veramente rarissimi casi.
Agricoltura sinergica
Tale tecnica è stata elaborata dall’agricoltrice spagnola Emilia Hazelip. Si basa sul principio che mentre la terra alimenta le piante e le fa sviluppare, le piante stesse creano la fertilità del suolo attraverso gli “essudati radicali”, ossia quel complesso microbiologico di batteri, funghi e microrganismi che arricchisce il suolo. L’uso della pacciamatura (la copertura del suolo con paglia) e delle consociazioni (si piantano vicine le piante che non competono le une con le altre, ma che si sviluppano sinergicamente tra loro) sono aspetti fondamentali di tale sistema agricolo. Per ora sono veramente pochissimi gli appezzamenti (tutti di piccole dimensioni) in Italia coltivati con tale metodo.
che invidia, anche io vorrei un pezzo di terra, invece sono circondata dal cemento che aumenta, aumenta, aumenta!!San Cesareo è dibentata un immenso blocco di cemento! per la felicità dei sindaci!!porta benessere! ma quale? probabilmente loro respireranno cemento!