In Italia esistono decine di associazioni, religiose o laiche, che si propongono di aiutare chi è più debole, gli emarginati, le situazioni sociali, familiari e umane al margine della società, quei casi di vita che in qualche modo pongono gli individui in una condizione di menomazione e inferiorità di azione rispetto agli altri individui, considerati “normali”, la parte forte e “compatibile” con il sistema sociale. Nel contesto italiano tale realtà si tinge di forti contraddizioni: l’Italia è il paese europeo con il più alto numero di volontari nell’ambito della solidarietà umana eppure anche uno tra i paesi europei in cui più marcate sono le differenze di trattamento economico, tutela dei diritti fondamentali, tra individuo e individuo; il sistema economico, didattico e politico sono corrotti, nepotistici, settari. In qualche modo in Italia le classi sociali si vanno sempre più cristallizzando, tra contraddittorie idee sospese tra il dire (sempre con corretta ars retorica) e il fare (sempre dilatato, portato nell’oblio per le malefatte e sempre osannato per sostenere illusioni di cambiamento). E’ un sistema apparentemente caotico, ma in realtà alquanto razionale: se tutti sono corrotti, in realtà non c’è corruzione, ma consuetudine. Eppure tra teoria e pratica v’è un abisso, poiché alcuni uomini (troppo pochi, a dir la verità) sono ligi e onesti per scelta etica. Trovano assurdo che si crei un sistema politico per creare leggi con il gusto d’infrangerle: come diceva il caro Ugo Foscolo, “E’ meno male non avere leggi, che violarle ogni giorno “. Il concetto di famiglia, in Italia (non tentando nemmeno di giungere alle vette della Carta ONU della “grande famiglia umana”) è distorto tra famiglia di sangue e famiglia di “latte”, quest’ultima rete di amicizie e conoscenze necessarie a compiere le proprie furbizie, scorciatoie, a volte dettate anche dai tempi lentissimi della macchina amministrativa dello stato. E la più grande contraddizione risulta dal fatto che la causa di questo costante freno allo stato, all’evolversi sociale, umano, etico è proprio questa rete invisibile composta di corruzione e ipocrisia. E tutto questo sistema non fa che ridurre anche le organizzazioni di volontariato, di solidarietà sociale, tante volte alle stesse dinamiche del gigante meccanismo. Con la stessa burocrazia, settarismo, irragionevolezza, specularmente al modello sociale dominante. E anche i partiti politici più radicali spesso si perdono in diatribe futili e scollamento pragmatico con i loro elettori, sospesi in questa gelatina istituzionale in cui si fa un passo indietro e (forse) uno avanti. Ma possiamo migliorare, possiamo cambiare, veramente. Serve però una dedizione di tutti alla causa. Si può sbloccare tutto ciò solo con amorevole compassione, con maturità e saggezza, un colpo di reni senza precedenti: siamo un piccolo paese, ma pur sempre al centro del Mediterraneo.