E’ stata veramente bella la manifestazione delle donne del 24 a Roma, una di quelle iniziative che ancora mi fanno pensare che c’è un briciolo di civiltà ancora viva nel nostro paese. Mentre i media hanno cercato come al solito di mistificare la realtà, parlando delle reazioni delle manifestanti alla presenza di ministre che ben poco hanno a che fare con la causa femminile in Italia, ministre che per arrivare a sedere su certe poltrone hanno “indossato i pantaloni” e hanno dimenticato da tempo le problematiche mondiali e nazionali riguardanti la discriminazione sessuale. Ancora oggi in Italia se sei donna hai meno diritti nel lavoro, nella politica, nella società: tant’è che per esempio la percentuale di donne in politica (16% nell’attuale parlamento italiano) e nei posti dirigenziali (circa il 10%) è veramente misera rispetto alla controparte maschile. Ancora oggi in Italia le donne vengono picchiate dentro le mura domestiche (6.500.000 donne hanno subito almeno una volta nella vita violenza fisica o sessuale), le loro scelte sono condizionate dal sistema patriarcale che la chiesa sostiene da millenni, ma ben pochi ne parlano. Questa era la loro manifestazione e se non hanno invitato dei soggetti istituzionali non è bello che questi, solo per farsi vedere, per raccimolare qualche voto, partecipino comunque. Non ho sentito dire da nessun media che è irrispettoso partecipare ad un evento a cui non si è (volontariamente) invitati. Hanno nuovamente trasformato l’immagine della rabbia, il coraggio, la forza di migliaia di donne scese in piazza a riaffermare la necessità di diritti ancora negati, nell’immagine di un fondamentalismo sessista inventato ad hoc. E’ ormai abitudine confondere il bene e il male, a tal punto da non riuscire più a discernerne il confine.
Ma a me sembra ovvio che donne che da anni lottano per i propri diritti, sacrificando se stesse fino all’abnegazione, si arrabbino se qualcuno si permette di prendersi dei meriti che non ha o si permette di dare un sostegno di facciata per soli fini elettorali e d’immagine. In piazza c’erano anche donne che hanno sofferto abusi di ogni tipo, da quelli psciologici a quelli fisici e che hanno vissuto il totale disinteresse da parte di tutti i media (se non per aumentare il proprio share o per alimentare la xenofobia) per tantissimi anni e che guardano con gli occhi di madri, figlie, sorelle, studentesse e lavoratrici questa società alla deriva, con la coscienza che solo un equilibrio reale tra sessi potrà portare ad un miglioramento di tutta la società, potrà essere il punto di partenza per tornare a parlare di futuro con sepranza, tenerezza ed amore: quell’amore più grande della coppia, quell’amore immenso che abbraccia tutti gli esseri e che tanto manca all’umanità.