Il business della chimica è in piena ascesi, dalla plastica delle aziende petrolchimiche (con cui siamo arrivati a produrre anche i vestiti), passando per le multinazionali farmaceutiche, finiamo con il mangiarci anche i veleni. Sì, avete letto bene, ci mangiamo i veleni. Infatti Metil Paration, Metamidofos, Etoprofos (un grande grazie va dato al lavoro di traduzione, effettuato dalle agenzie dell’ARPA di alcune regioni italiane, delle Schede Internazionali di Sicurezza Chimica, qui il sito, esempio di come anche in Italia c’è ancora qualcuno che vuole fare vera informazione), anche se ai più sembrano astrusi nomi, null’altro sono che parte di ciò che viene commercializzato (con tanto di autorizzazione ministeriale fino al 2017) come prodotto fitosanitario per l’agricoltura. Sull’etichetta dell’insalata dovrebbero scrivere “prodotto altamente tossico”, “la produzione inquina l’ambiente”, “può uccidere chi lo coltiva”, “per produrlo si può esplodere”, perché questi sono i rischi connessi all’uso di queste sostanze. In Nicaragua hanno vietato e stanno vietando tutti e tre i prodotti tossici sopra citati, tra i principali (“Consenso de las autoridades para prohibir agrotóxicos en Nicaragua”, qui la notizia in spagnolo). Noi invece ne proroghiamo l’uso fino al 2017, giusto per andare in “leggera controtendenza”. D’altronde si sa che se ci ammaliamo aumentiamo il PIL, quindi in realtà lo stiamo facendo per il bene del nostro amato paese. E sempre per il bene del paese ci automedichiamo (rimpinguando le casse delle case farmaceutiche) per non perdere utili giornate lavorative, che corrispondono a guadagni per i nostri datori pari a 30 miliardi di euro, il 2,2% del PIL (qui il rapporto del Censis). E c’è chi sostiene che non amiamo l’Italia!
Molti piccoli produttori agricoli italiani si sono convertiti all’agricoltura biologica e biodinamica (al punto da far diventare l‘Italia tra i primi produttori di biologico al mondo), lottando, a proprie spese, contro le multinazionali del cibo. Giusto perché ci piace la contraddizione, siamo però solo il decimo paese per consumo di prodotti bio, quindi ci mangiamo cibo avvelenato per esportare i prodotti sani, sempre per il bene dell’economia del nostro amato paese. (Qui e qui alcuni dati da Coldiretti e Assobio).
L’Italia può cambiare, dipende tutto da noi, dalle nostre scelte: possiamo infatti finanziare i nostri produttori bio comprando i loro prodotti (magari tramite Gruppi D’Acquisto Solidale per risparmiare un bel po’ di soldi, qui la rete nazionale dei G.A.S.) e per un mal di testa farci una buona tisana alle erbe.
Ci ringrazieranno l’ambiente, i nostri agricoltori locali e anche il nostro corpo.