La Colombia (uno degli ultimi paesi latino-americani filo-statunitensi) bombarda in territorio Ecuadoriano le FARC. I media proni e schiavi commentano che Chavez sta aizzando tutti contro il presidente colombiano Uribe: ribaltano la verità, ci giocano come a calcio. Così come ci raccontano che Israele è il povero paese circondato da terroristi, quando nel giro degli ultimi dieci giorni ha massacrato con il suo esercito 500 persone, di cui molte vittime innocenti, donne, anziani e bambini, quelli che hanno più difficoltà a difendersi e fuggire. E dietro a tutto l’arrogante governo USA, con 100 anni di guerre ingiustificate, dal Vietnam a Panama, dall’Iraq al Nicaragua, due bombe nucleari sganciate sul Giappone, milioni di vittime e nessuno che paga. L’asse Europa – Stati Uniti deve fare i conti, nel suo prossimo futuro, con decenni di sfruttamento, barbarie e ingiustizie verso tutti i paesi non allineati: i popoli del mondo cominciano ad alzare la testa e a non accettare più le ricette di FMI-OMC-BM che negli ultimi anni non hanno fatto che rimpinguare le casse delle banche occidentali. E i media, schiavi dei loro padroni, usano la menzogna spacciandola per verità, ci dicono che il presidente iraniano è un dittatore (quando è stato eletto democraticamente, per quanto non mi piaccia come personaggio) e invece Putin è un presidente democratico (quando è stato accusato da tutti gli altri partiti russi di brogli elettorali alle ultime elezioni).
Per non parlare dell’Europa: vi ricordate mesi addietro le sviolinate dei media italici su Sarkozy, il candidato presidente considerato di grande levatura morale, paragonato addirittura a Charles De Gaulle? Adesso, oltre a sposarsi con una meretrice, risponde persino male ai suoi concittadini, a quei poveri uomini che lo criticano, agricoltori e pescatori e, da pagliaccio mediatico quale lui è, si permette di insultarli a male parole, a loro che lavorano e faticano tutti i giorni, non girano in auto presidenziali, ma su trattori e pescherecci, per sfamare anche lui che non se lo merita. Ben vi sta cari francesi, che tanto avete criticato Berlusconi! Ora ne avete uno anche voi, vi siete fatti abbindolare come fessacchiotti (non che ciò mi renda particolarmente felice, ma mi dà un lieve senso di rivincita sullo sciovinismo francese).
Quindi il mondo ora è spaccato in due, da una parte gli stati occidentali e tutti gli altri dall’altra parte! Credo che la gara sia persa già in partenza: il petrolio sale oltre i 100 dollari perché Bolivia, Ecuador, Venezuela hanno rivisto tutti i contratti sulle forniture di greggio fatti dai precedenti governi-dittature fantoccio imposti dagli USA con golpe e mercenari e non, come si vuole far credere, per scarsità di materia, non perché “anche i cinesi e gli indiani vogliono la macchina” e nemmeno perché è il mercato della domanda e dell’offerta. La verità è che alcuni popoli del sud del mondo si stanno riappropriando delle loro legittime risorse e stavolta gli Stati Uniti non possono certo attaccare interi popoli!
Il vecchio continente in tutto questo sta con un piede da una parte e uno dall’altra, dimostrando furbizia e scaltrezza (come nel caso degli E.P.A. con l’Africa), ma per quanto potrà durare?
In Germania si gioca con il voto degli elettori, che hanno votato in massa per il centro sinistra e poi si ritrovano sulla testa il governo di centro destra della Merkel.
In Italia, tanto per dare il cattivo esempio, si presentano due coalizioni (perché sui media appaiono solo due coalizioni) con lo stesso programma: un’altra volta fascisti, mafiosi, industriali e commercianti si mettono d’accordo (quel 10% di popolo italiano che ha in mano il 45% dell’economia, dati ISTAT 2007) e il popolo rimane a litigare al bar.
E’ ora di svegliarsi gente, di prendersi ognuno le proprie responsabilità, è ora di chiedersi per chi si lavora, che cosa si mangia, cosa si compra, cosa si vende, cosa si pensa, a cosa si crede, cosa è importante e cosa non lo è affatto, bisogna uscire dal baratro in cui ci stiamo buttando a capofitto e cominciare di nuovo a rallentare, a prendere tempo per dialogare, per accogliere, per discutere, per solidarizzare; questa corsa famelica verso la ricchezza materiale ci sta uccidendo, sta distruggendo tutto ciò che millenni di storia, di conquiste sociali, di grandi artisti e grandi pensatori, di grandi lavoratori e lavoratrici, ci hanno dato: la possibilità di riscattare il futuro dei nostri figli per un mondo di pace e prosperità. Fermiamoci finché siamo in tempo, distribuiamo le risorse in maniera equa, torniamo a lottare per i diritti di tutti oppure il futuro sarà permeato solo di disperazione e guerra.