la storia che sto per narrarvi è totalmente vera, nessun particolare (purtroppo) è frutto di fantasia.
Io abito in un paesino del centro Italia, a pochi chilometri da Roma, uno di quegli agglomerati urbani senza storia, senza cultura, nati per distaccamento da paesi di maggiori dimensioni, in nome di un’autonomia che non di rado nasconde nemmeno troppo velatamente l’affarismo più bieco. Mi ricordo che quando si cominciò a chiedere l’indipendenza dal paese maggiore una quindicina di anni fa (siamo un poco padani anche noi), bruciarono per giorni i cassonetti della città, pur di “velocizzare” tale riordino amministrativo… Chissà quanto pagarono i ragazzi che andavano ad appiccare i roghi, chissà quanti sono oggi quei giovani ancora vivi, sani e liberi, visto la droga pesante che gira nel paese, la micro criminalità in cui, tramite la droga e non solo, si sono invischiati, le faide tra giovani ispirati sempre più dalle “gangs” di New York che la televisione non gli fa mai mancare come esempio di rettitudine morale.
Spesso viene a trovarci a casa mia cugina, una persona eccezionale, di rara intelligenza e bontà d’animo. Mi racconta ogni tanto, lei nata e cresciuta in questo simil-paese, delle storie più singolari di questo pezzo di territorio né carne né pesce.
Una di queste storie narra di un vecchio signore che, quasi quotidianamente, prende la macchina e gira nel paese ad’una velocità mai maggiore di 20 km/h. Siccome tale pseudo-comune ha due strade principali, una che sale verso la (unica) scuola e una che scende verso la (unica) piazza, lei si ritrova ogni volta a ingiuriare contro tale personaggio perché crea una fila di automobili dietro sé, con questo andamento da passeggiata al lungo mare.
Un giorno mia cugina arriva a casa mia e dice a me e mia moglie:
“Voi non sapete che è successo! vi ricordate quel vecchio che ogni volta bloccava tutto il paese?”
“Sì!” Rispondiamo in coro.
“L’hanno fatto sindaco!”
Noi la guardiamo increduli… Nel mentre lei aggiunge:
“Lo sapete perché va lentissimo con la sua macchina?”
“Perché?” Chiediamo in coro, avidi di sapere il nuovo pettegolezzo della comare.
“Perché lui passando si guarda tutti, osserva tutto e se vede qualcosa di strano va a riferire tutto al Comando dei Carabinieri”.
Nel mio paesello buona parte dei consiglieri comunali sono banchieri. Nel mio paesello il sindaco è lo spione, lo sfaccendato che di tutto vuole sapere, di tutto si impiccia e che non gestisce nulla: a quello ci pensano i banchieri, in delirio completo d’onnipotenza, nuovi signori feudali di questa Italia allo sbando. Questo è l’originale, il vero “Made in Italy”, nessuno è in grado di imitarlo.