Sono le 21:50 e su rai tre parte la pubblicità di intermezzo con Ballarò.
Prima pubblicità quella della Coca Cola che, con disegni infantili, illustra il racconto di una bimba che affronta la crisi accontentandosi del poco che può avere, perché preferisce il panino con il salame al caviale, la casa della nonna all’albergo e così via. Insomma tocca abituarsi ad essere poveri. E fortuna che siamo in par condicio!
Seconda pubblicità il panino “naturale” di McDonalds, dove l’insalata sembra vera e la carne anche. Un bello stimolo per la famosa dieta mediterranea!
Terza pubblicità l’assicurazione Zurich: d’altronde quando la paura dilaga sul futuro di tutti noi, perché non farsi una bella assicurazione contro le inevitabili sfortune della vita?
Questa è ciò che è diventata la televisione pubblica, pagata con le nostre tasse: un inneggiare al consumismo purché esclusivamente verso le grandi multinazionali, loro che ci accompagnano per la vita, che ci coccolano e capiscono.
Governi, banche e multinazionali, coloro quindi che detengono il potere politico e economico, sono in perfetto accordo: gli stessi soggetti che ci licenziano, sfruttano, che ci tolgono i servizi essenziali per pagare gli speciali servizi per le varie caste: i soldi regalati alla Fiat e alle altre industrie fallimentari, le auto blu e gli aerei per i governanti, le leggi ad hoc e i miliardi elargiti per i banchieri al fine di poter sfruttare e controllare ogni flusso monetario.
Non si può più avere uno stipendio in contanti, bisogna avere il conto in banca, per forza. Dove è la libertà tanto proclamata dai liberisti? Quella di pagare lo stipendio del banchiere? Oppure quello di propagandare dalla TV di stato Coca Cola e McDonalds? O anche sostenere banche e assicurazioni? Oppure l’impossibilità di mandare in carcere un delinquente come Silvio Berlusconi, che ha corrotto giudici (il più recente caso Mills ne è la prova provata), ha avuto in casa un boss della mafia e tante altre nefandezze che non sto qui ad elencare?
Agli italiani questo sta bene, perché probabilmente hanno accettato l’ipocrisia, la furbizia, l’egoismo, l’illegalità, la delinquenza, come connotati innati nell’essere umano. Anzi hanno imparato ad approfittare di tali “espedienti”, per vivere meglio la quotidianità. Ma ciò ha creato una società che vive nella costante paura di perdere tutto, nella costante paura l’uno dell’altro: dividere serve per comandare e agli italiani pare piacere l’essere comandati. Forse ciò comporta meno responsablità, comporta una regressione psichica che arriva alla più tenera età. I quarantenni hanno sostituito il trenino infantile con il SUV.
Ciò è intollerabile, mi rende difficile vivere qui, restare in questa melma imputridita che sembra non muoversi. Gli italiani che scorgono tutto questo si disinteressano anche loro, hanno rinunciato, vivono nel proprio piccolo “benessere”, finché dura. Osservano, si lamentano e criticano senza nessuna proposta, senza nessuna azione volta al cambiamento.
Ma quando la povertà avanza la ribellione sorge nel peggiore dei modi: con la violenza. Per questo mettono i militari nelle città, fanno le ronde (terribile ricordo d’epoca fascista), per proteggere il potere costituito e malmenare chi non accetta questa realtà come l’unica possibile.
Personalmente mi potranno incarcerare, malmenare, chiudermi il sito, controllarmi il telefono, io non mi arrendo, la mia libertà supera ogni barriera, ogni prigione. La mia mente non può fermarsi, le idee non possono essere fermate. E più reprimeranno più ci saranno ribelli, più ci porteranno verso una necessaria rivoluzione sociale e culturale in questo paese.
Quindi sono realista: il futuro ci avvicina al cambiamento reale, spazzeremo via tutta questa immondizia così come il vento spazza via le foglie in autunno. Non c’è altra possibilità ora che pensare a come costruire questo futuro, a come garantire che l’onestà, la solidarietà, la cooperazione, siano imprescindibili principi di questa umanità. I confini degli stati sono di creazione umana, non esistono nella realtà: il mondo è di tutti e tutti hanno diritto a viverci. Le risorse che la natura ci offre sono di tutti, non possono essere privatizzate, non possono essere rese inaccessibili ai più. Questa situazione precaria e oligarchica può durare solo per poco tempo, perché il baratro è già sotto i nostri piedi. Basterà una fiammella per scatenare un incendio e non basteranno le forze dell’ordine, perché le forze dell’ordine sono popolo (tra gli sfruttati) e si schiereranno con il popolo. E allora questi ridicoli omuncoli schiavi del proprio ego, del proprio portafoglio, si dovranno metter da parte, dovranno chinare il capo. Allora la forza della vita riemergerà in tutta la sua potenza a rideterminare le nostre esistenze, siamo noi il futuro di questo mondo, noi che viviamo ora in questa epoca. Dalla nostra coerenza e onestà, dal nostro amore fraterno risorgerà un futuro solidale che ci farà dimenticare tutto questo orrore, ci farà scrivere sui libri di storia quanto eravamo stolti.