Il comunismo è innanzitutto e principalmente un cambiamento del modello economico: ciò non esclude quindi che vi sia violenza in un paese ad economia comunista o tendente ad un’economia di tipo comunista (per quanto a mio parere aberrante, la violenza non è esclusa a priori dal comunismo marxista, è anzi stata più volte dichiarata come necessaria in alcune fasi storiche), come non esclude che si possa avere la massima democrazia e la massima pace sociale. La questione della violenza è questione di natura etica e non politica, a mio parere. Io ad esempio pratico il buddismo e in esso trovo le motivazioni per la mia radicale non violenza, ma non nel comunismo. Che poi un comunismo correttamente applicato nella realtà sociale produca anche minore violenza (ad esempio furti, rapine e tutti gli abusi derivati dalla rincorsa all’accumulazione di capitale diminuirebbero probabilmente, la mancanza di sfruttamento nel lavoro produrrebbe maggior pace sociale) è possibile, ma non scontato, non automatico.
Il comunismo è soprattutto un ideale di rapporti di scambio e di produzione tra gli esseri umani più giusto, più equo (a ognuno secondo i suoi bisogni, da ognuno secondo le proprie possibilità), attraverso l’eliminazione dell’accumulazione di capitale ottenuta tramite il plus-valore (ossia il plus-lavoro del lavoratore). La proprietà dei mezzi di produzione deve essere collettivizzata per poter avere una società di liberi ed eguali.
Bisogna stare accorti (e lo dico soprattutto ai più giovani) a non prendere un modello economico molto razionale e logico come quello comunista per una fede: esso contiene idee emozionanti, progressiste e rivoluzionarie anche (e forse soprattutto) per il mondo d’oggi, ma rimane pur sempre profondamente un’analisi politica e economica.
L’ideologia è un altro termine improprio che si utilizza per definire il comunismo. Marx stesso dichiara guerra all’ideologia, per lui l’ideologia è la propaganda della classe dominante per giustificare l’attuale situazione di sfruttamento:
Le idee della classe dominante sono in ogni epoca le idee dominanti; cioè, la classe che è la potenza dominante della società è in pari tempo la sua potenza spirituale dominante […] Le idee dominanti non sono altro che l’espressione ideale dei rapporti materiali dominanti, sono i rapporti materiali dominanti presi come idee»
L’ideologia tedesca – K. Marx
Per questo i media sono per la maggior parte in mano ai grandi gruppi economici, proprio perché il capitale ha la necessità di divulgare le sue idee dominanti (nascondendo o mistificando ogni altra idea) per poter conservare il proprio potere. Se tutti avessero coscienza che è proprio intrinseco del modello capitalista lo sfruttamento, la scarsità di risorse e l’iniqua distribuzione dei beni, chi lo sosterrebbe? Se tutti avessero coscienza che il capitalismo è presente solo in una parte della storia dell’umanità, che non è un modello economico necessario e unico possibile, ma deriva dai rapporti di potere creatisi nei secoli, che la storia è ancora tutta da scrivere, chi non vorrebbe un suo superamento?
Ciò che si può dire poi con fondatezza storica (e che viene spesso nascosto) è che tante volte l’ideale economico comunista e i suoi valori hanno rappresentato e rappresentano tra i pochi strumenti utili a diminuire lo sfruttamento del lavoro, lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo: le lotte degli operai, dei contadini, degli studenti, in tutto il mondo, in nome dell’ideale comunista (a volte innegabilmente degenerato in dittatura violenta, da Stalin a Polpot, ma non certo per volontà popolare), hanno portato in molti paesi un miglioramento delle condizioni di lavoro, un miglioramento dell’istruzione generale, hanno portato l’attenzione sui problemi del popolo inteso come umanità e non di una élite dominante.
Pensate che i cinesi di prima di Mao vivessero meglio? O che la Cuba prima della rivoluzione fosse un posto migliore? O la Russia prima di Lenin fosse il giardino dell’Eden? E il Venezuela prima di Chavez? La Bolivia prima di Morales? L’Ecuador prima di Correa? Per avere queste risposte andate a leggervi la storia di questi paesi e giudicate voi, ma non cercatele nei libri di Marx!
Questo è l’ultimo punto altrettanto importante che voglio affrontare: la storia. Non si può fare nessuna analisi seria dell’ideale comunista trascurando questo aspetto fondamentale. È il materialismo storico l’asse portante del ragionamento marxista, pilastro posto alla base delle sue fondamenta.
Il comunismo nasce proprio dall’esigenza di dare il giusto peso nella storia politica, economica, sociale d’Europa e del mondo, al fatto che l’iniqua distribuzione e produzione dei beni materiali porta inesorabilmente ad una società di sfruttati e sfruttatori, quindi ingiusta. E questo è innegabile, anche un economista contemporaneo non avrebbe nessun appiglio per dimostrare il contrario: dal feudalesimo al moderno capitalismo, lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo è basilare per la sopravvivenza di tali modelli economici e politici.
Quindi nel comunismo troviamo il modello ideale di economia, l’utopia verso cui tendere per un’equa distribuzione dei beni, ma cerchiamo nella nostra coscienza, nella nostra etica come mettere in pratica questo ideale, senza violenza alcuna, nel rispetto della natura, con il consenso della maggior parte possibile di esseri umani, una schiacciante maggioranza, solo così riusciremo ad avere un comunismo dal volto umano, progresso pacifico verso una società migliore.