Noi persone comuni spesso pensiamo che sia difficile se non impossibile cambiare il mondo, poterlo trasformare in un luogo in cui gli esseri viventi possano vivere felici e a proprio agio, rispettandosi l’un l’altro, ascoltandosi, aiutandosi. Ma non è così, non è questa la verità, non è questa la realtà profonda della vita: un singolo essere umano può cambiare il futuro dell’umanità intera, non ci sono dubbi al riguardo; lo dimostrano gli scienziati, i filosofi, i politici, i religiosi, gli artisti, le madri, i padri e i figli che nell’umanità e in ogni epoca hanno saputo trovare le corde giuste per toccare il cuore della moltitudine, della propria nazione, della propria famiglia, dei propri amici.
Non si nasce con una particolare propensione a dare il proprio meglio: si può nascere con delle qualità innate in alcuni ambiti, si può nascere in ambienti più o meno agiati, ma rispettare gli altri e capire l’importanza di vivere insieme in armonia non sono fattori che richiedono particolari inclinazioni o condizioni, ma coscienza della vita in ogni sua manifestazione, qualcosa che è alla portata di tutti, qualcosa che dipende solo da noi stessi, dalle nostre scelte, dal nostro guardarci per ciò che siamo veramente nella profondità della nostra vita.
Tutto dipende dalla nostra mentalità, dal nostro cuore, dalle emozioni che sappiamo esprimere di giorno in giorno, dalle azioni che compiamo nella nostra quotidianità. Diventare un essere umano “straordinario” è nel potenziale di ogni essere umano “ordinario”, è solo la fiducia in ciò che trasforma un uomo al punto da cambiare e rivoluzionare se stesso e l’ambiente che lo circonda. Non ci sono formule magiche, non ci sono austere pratiche fisiche o meditative, ma solo la ferrea volontà di esprimere al massimo il proprio splendore, la propria umanità, la propria vitalità fino in fondo.
Io sono praticante buddista da sei anni, pratico il buddismo di Nichiren Daishonin e sono aderente all’associazione buddista laica Soka Gakkai; oggi è l’ottantesimo anniversario della sua fondazione ad opera di Tsunesaburo Makiguchi, che morì in carcere a causa della sua energica opposizione al militarismo e al nazionalismo del governo giapponese durante la seconda guerra mondiale.
Grazie a Makiguchi (e ai due successivi presidenti della S.G.I., Toda e Ikeda) ho conosciuto il buddismo di Nichiren Daishonin che mi ha aperto le porte della felicità assoluta, della progressione e del miglioramento continui, a dimostrazione che una sola persona può riuscire ad arrivare in ogni luogo e ad ogni essere, se è veramente determinata, se il suo cuore è puro e i suoi intenti onesti e sinceri.
Lo scopo del buddismo è rendere tutti gli esseri viventi felici, pienamente realizzati, al fine di creare un mondo di pace, dove le sofferenze sono momenti di crescita e non momenti di dolore, dove il rapporto con l’altro è dialogo e comprensione. La pratica che schiude il cuore dell’insegnamento buddista per la nostra epoca si trova nel significato profondo del Sutra del Loto: è la pratica di Nam myoho renge kyo delle Tre grandi Leggi segrete, proclamata da Nichiren Daishonin nel XIII secolo con l’iscrizione del Ghonzon, il mandala che è l’oggetto di culto della pratica e la materializzazione dell’illuminazione di Nichiren Daishonin.
Tale pratica è accessibile a tutti gli esseri umani, è facile da imparare e si può fare in qualsiasi luogo; ogni luogo dove si pratica diviene il tempio, ogni essere umano che pratica diviene il Budda invocando la buddità tramite il Daimoku (significa “titolo”, poiché “Myoho renge kyo” è il titolo del Sutra del Loto) e abbracciando il Gohonzon (l’oggetto di culto), il nostro stato vitale di buddità permea l’intero universo e si manifesta quindi con la propria vita la Legge mistica in tutto il suo splendore, si diviene in sintesi un essere umano illuminato dalla sua parte migliore.
È difficile credere ogni istante della nostra vita che così come siamo andiamo bene; ogni giorno pensiamo spesso (chiunque noi siamo e dovunque siamo) di non essere all’altezza, di non farcela, di non poter realizzare i propri desideri fino in fondo e questo ci porta a vivere una vita in declino, una vita che muore ogni giorno.
Ma non è questa la vita, non è questo vivere: la vita è eterna nella sua totalità, noi siamo parte integrante di questa totalità e per questo siamo eterni anche noi. Ogni nostra azione, ogni parola, ogni pensiero, rimangono scritti in maniera indelebile nella storia della vita, influenzano il futuro in maniera determinante. Ognuno di noi è responsabile di ciò che accade e che accadrà, è responsabile della propria e altrui felicità, questa è la realtà profonda della vita. Ogni essere umano è perfettamente dotato di tutte le funzioni per essere pienamente realizzato, per trovare la strada della felicità assoluta, per trasformare questa umanità in una terra gioiosa e armoniosa, dipende solo dall’impegno che vi infonde.
Si può anche non credere in queste parole, si può anche credere che la pratica buddista di Nichiren sia solo un palliativo, un espediente, ma come diceva lo scrittore Philip K. Dick, “La realtà è quella cosa che quando smetti di crederci non svanisce”. Potrei elencare migliaia di esperienze mie o di altri al fine di avvalorare ciò che dico, ma ognuno di noi può sperimentare e decidere di praticare il buddismo quando vuole, è una libera scelta; come dice Nichiren negli “Insegnamenti orali”:
“al di fuori di ogni istante di pensiero delle nostre menti illuse non c’è alcun Budda. La nascita e la morte [di noi esseri viventi] dei nove mondi sono la vera realtà [o nirvana], e perciò possiamo scegliere liberamente. Recitare Nam-myoho-renge-kyo è essere liberi di scegliere.”