Riporto un articolo apparso oggi su Repubblica.it molto interessante e anche allarmante (ovviamente messo tra i trafiletti e non certo in grande evidenza sul sito della testata, d’altronde è sempre un media mainstream in mano a imprenditori); i dati riportati da una parte non fanno che confermare ciò che ho sempre pensato, ossia che la corruzione dilagante dei nostri dirigenti pubblici e privati altro non sia che il pallido riflesso di una disonestà diffusa degli italiani, sempre più abituati alla furbizia e alla scaltrezza, ciò che realmente sta portando alla rovina questo paese (159 miliardi di euro l’anno sono decine di manovre finanziarie, la metà dell’imponibile, altro che crisi economica), ciò che sta depauperando il nostro paese da tutti i servizi pubblici, che sono la prima garanzia dei tanto citati (spesso fuori luogo) diritti umani. Dall’altra dimostra che il nord onesto e lavoratore e il sud disonesto e fannullone è solo una chimera, una delle tante falsità a cui ormai non facciamo nemmeno più caso. D’altronde l’ignoranza e la superficialità del nostro popolo dilaga incessantemente, sento discorsi sempre più assurdi dai bar agli autobus, nessuno s’informa più, tutto viene affrontato con una superficialità dalla gran parte dei cittadini che mi fa rabbrividire. Per chi è sensibile e ha coscienza, in questo paese e in questo momento, è veramente difficile rimanere: ma questa è anche casa mia, non l’abbandonerò in mano ai quaranta ladroni!
Ovviamente in testa alla classifica degli evasori ci sono gli industriali, poi banche e assicurazioni e i commercianti, i “quattro dell’Apocalisse” che stanno mettendo in ginocchio il paese, con la loro stupida avidità, il loro egoismo, la loro ignoranza e arroganza. E nel mondo sono sempre queste categorie che stanno devastando l’ambiente, sfruttando gli esseri umani, diffondendo questa stupida cultura del dio denaro, per cui solo il soldo conta, gli esseri umani sono risorse, la natura è una risorsa, da sfruttare per diventare ricchi oltre ogni limite, oltre ogni necessità: non lasciamo in mano il mondo a tali persone!
ROMA – Con un’evasione fiscale in crescita del 10,1%, nei primi 11 mesi del 2010, l’Italia si conferma al primo posto in Europa, con il 54,5% del reddito imponibile evaso. Le imposte sottratte all’erario sono nell’ordine dei 159 miliardi di euro l’anno. E’ quanto emerge da una nuova indagine effettuata da Krls Network of Business Ethics per conto di ‘Contribuenti.it’, il magazine dell’Associazione Contribuenti Italiani. L’indagine è stata condotta attraverso l’elaborazione di una serie di dati ministeriali, delle banche centrali, degli istituti di statistica e delle Polizie tributarie dei singoli Stati europei.
L’analisi ha considerato cinque aree di evasione fiscale: l’economia sommersa, l’economia criminale, l’evasione delle società di capitali, l’evasione delle big company e quella dei lavoratori autonomi e piccole imprese. I principali evasori non si trovano nell’economia criminale, ma in quella legale, secondo i risultati dell’indagine: al primo posto ci sono gli industriali (32,8%) seguiti da bancari e assicurativi (28,3%), commercianti (11,7%), artigiani (10,9%), professionisti (8,9%) e lavoratori dipendenti (7,4%).
A livello territoriale, l’evasione è diffusa soprattutto nel Nord Ovest (29,4% del totale nazionale), seguito dal Sud (24,5%), dal Centro (23,2%) e dal Nord Est (22,9%).
Fonte: Repubblica.it