Alle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio 2013 non si prospetta nulla di buono per il nostro paese. Le intenzioni di voto degli italiani spostano sì l’asse del parlamento verso sinistra (e dopo i governi Berlusconi e Monti verrebbe difficile immaginare il contrario), ma il problema fondamentale permane, nemmeno questa volta ci sarà una rottura netta con la politica del passato (affarista, liberista, schiava della dottrina del pensiero unico): probabilmente il prossimo governo sarà un altro governo Monti, sostenuto dal solito centro e da un centro-sinistra sempre meno di sinistra. L’unica rilevante novità potrebbe essere una forte presenza del Movimento a 5 stelle, che però senza maggioranza e all’opposizione, in un parlamento che ormai da anni approva leggi senza tenere in alcun conto i referendum, le leggi di iniziativa popolare, il dibattito parlamentare, non avrà la forza di cambiare le sorti del nostro paese. Si prospettano quindi anni ancora duri, dove non si riuscirà ancora ad avere una politica innovata e innovatrice, ma ci troveremo ancora la solita politica portatrice di interessi altri da quelli del popolo, tutelatrice sempre in primis delle banche, dell’industria, della Chiesa e delle mafie. Chi pensa che il PD di Bersani possa essere portatore di qualche novità, si sbaglia, il PD non è cambiato, gli interessi che tutela, tanto meno.
Ormai sono abituato a dire “ve l’avevo detto” e, anche se mi provoca dolore doverlo dire ogni volta, pare che anche in questa occasione purtroppo non avrò la fortuna di essere smentito.
D’altronde senza un reale cambiamento delle coscienze individuali, nella cultura e pratica del cittadino comune, non ci può essere nessuna vera trasformazione: anche se i più pensano che sia il potere e il sistema a condurre il paese verso politiche di un certo tipo, in realtà è il popolo che decide. Decide nel momento in cui sceglie di accettare un certo lavoro e a certe condizioni, nel momento in cui sceglie cosa acquistare senza farsi troppe domande, nel momento in cui sceglie di non utilizzare il proprio tempo per un confronto quotidiano con l’altro, con il senso della vita, con la lotta quotidiana per costruire un’umanità migliore, ma di usarlo per drogarsi del nulla che l’attuale sistema pubblicitario e commerciale gli offre massivamente (dai cellulari allo sport all’intrattenimento fine a se stesso). E decide nel momento in cui sceglie di votare certi politici, certa politica, che è ferma portatrice degli interessi del sistema commerciale: una politica insomma che non è politica, ma puro affarismo. Niente più ideali, niente più valori, niente più fiducia, niente più impegno civile, l’italiano medio è il perfetto cittadino nello stato teocratico del dio denaro.
Tutto ciò non potrà che avere conseguenze negative che porteranno ad avere leaders esattamente specchio della nostra società, così come sempre è stato.
Democrazia senza coscienza individuale, senza responsabilità individuale, equivale a una direzione erronea di sviluppo come società, come persone, come politica, come economia.
Consigli per tutti: fermatevi, rallentate, iniziate a osservare la vita, fatevi un’idea vera della realtà, non fatevi ingannare dalle mille voci, non vi adeguate, iniziate a trasformare le vostre esistenze in vite di valore, di impegno civile: solo così ci potrà essere un cambiamento radicale che ci condurrà verso una società più giusta, equa, solidale.