Un’umanità che non sa dare valore alla vita in sé (dignità), ma che è capace di dare valore (meglio sarebbe dire, senza ipocrisie, “prezzo”) solo a ciò da cui ottiene qualcosa in cambio, in un interminabile e perverso gioco di do ut des, dove tutto, anche l’aria, può divenire privato, esclusivo, merce, è destinata all’auto-annientamento, dopo immani sofferenze inferte l’un l’altro, uomo contro uomo. Se si costruisce insieme, attraverso il confronto e il dialogo, un sistema sociale e educativo capace tanto di valorizzare le facoltà e i talenti del singolo, che insegnare a rispettare ciò che deve essere di tutti, inalienabile (se si vuole veramente progredire come specie), ossia le risorse naturali, le buone idee, le buone pratiche, le culture, le arti, i mestieri, si potrà arrivare un giorno ad un’umanità prospera, armonica e pacifica. Ciò io intendo per rispetto dell’uomo, della natura e delle future generazioni, questa è per me la vera natura umana. Chi non condivide ciò, chi non vuole far parte di questo percorso, non vuole scegliere questa vitale e necessaria, oggi più che mai, mentalità nell’approccio con l’altro, non è degno di essere definito umano.
Umano e disumano
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