- Vorrei proporre qualche riflessione sulla nascita del nuovo (?) Partito Democratico e sulla interazione sorta con Alleanza Nazionale. Innanzitutto qualche dubbio sorge sulla presunta democraticità del nuovo partito: alle primarie hanno partecipato circa 3.500.000 cittadini su circa 12 milioni di elettori dei disciolti partiti da cui è sorto, non mi sembra quindi un voto plebiscitario: significa invece che più dei 2/3 dei simpatizzanti non crede nel progetto politico al punto tale da volerne scegliere il leader. Inoltre chi è andato a votare ha votato un partito senza programma, cosa alquanto strana, visto che il neo-eletto leader Walter Veltroni ne parla tanto come base di una non definita nuova fase politica in Italia. Passiamo ad analizzare poi la concorrenza che ha avuto Veltroni alla candidatura: quasi nulla. Da anni Walter è presente su tutti i media in maniera assidua, al contrario degli altri candidati di cui poco si è saputo (tranne Rosy Bindi perché politica di lunga data). Su questi presupposti era scontata la vittoria di Veltroni e dimostra come abbastanza inutili e dettate dal solo impatto mediatico le primarie così condotte. E’ quindi tutto stato deciso di concerto nelle “alte sfere” dei palazzi dei rispettivi partiti e non comprendo come giovani ragazzi (a meno che non già educati all’ipocrisia del potere) sentano questo nuovo partito come speranza per il futuro del paese (visto che oltretutto la dirigenza nazionale si distingue per un’età media da reparto geriatrico).
- Non si capisce poi come Veltroni possa parlare di un nuovo partito di sinistra visto che sorge dalla fusione di un partito conservatore come la Margherita e uno moderato come i DS (visto che la sinistra DS ha fondato un altro partito opponendosi fermamente al nascente PD) e visto che ancora non ha un programma (per non considerare il demagogico Manifesto redatto, ad es.: “I giovani…guardano con preoccupazione al futuro e faticano a costruirsi una vita autonoma. Anche per questo, siamo un paese che fa pochi figli. ” Forse non facciamo tanti figli perché siamo uno dei paesi con la più alta densità di popolazione al mondo, non ci ha mai pensato nessuno?).
- Si può quindi affermare che tale nuovo partito altro non è che un rimpasto dei precedenti, una messinscena mediatica copiata pedissequamente da Berlusconi e dagli americani , dove prima si scelgono i dirigenti e poi (forse) si parla di programma; dove i cittadini null’altro sono considerati che utenti il cui dovere è il voto e il diritto quel massimo che si può ottenere accordandosi con i dettami delle lobby dei commercianti, degli imprenditori, degli industriali e dei bancari. E’ la solita vecchia e stantia borghesia che cambia immagine, ma non sostanza: noi sotto e loro sopra. Il capitalismo sorge (e questo nessuno lo può negare) sulla base ideologica per cui la concorrenza economica determina un miglioramento delle condizioni della collettività, cosa che (Stati Uniti in primis, con 40 milioni di esseri umani senza il più elementare diritto alla salute) la storia recente dimostra essere falso. Questo modello economico sta erodendo i diritti acquisiti dopo anni di lotte da parte delle grandi masse sociali in tutta Europa: i governi occidentali si trovano schiavi dei grandi gruppi industriali e possono solo creare cuscinetti per arginare l’impoverimento generale degli individui, aumentando esponenzialmente il debito pubblico. Il PIL, indice del benessere dell’economia liberista rappresentando quanto si produce in un paese (incidenti stradali e catastrofi comprese) si dimostra in realtà come indice dell’aumento costante del depauperamento delle risorse del pianeta.
- Il PD non propone nulla che si opponga a questa tendenza, non avendo mai messo in discussione il modello economico e per questo i grandi media italiani (ormai trasformatisi in S.p.A. in mano ai gruppi industriali) ci parlano del Sud America di Chavez, di Castro, di Ortega, di Morales, come dittature mascherate da democrazia, solo perché paesi che stanno cercando una strada differente al capitalismo occidentale, che loro per secoli hanno dovuto subire nel peggiore dei modi possibili con sanguinose dittature.
- E’ la strategia dei due pesi e delle due misure tanto cara agli Stati Uniti, ove se le elezioni avvengono in occidente sono regolari e democratiche mentre se avvengono negli stati non allineati sono solo farse create dal regime, come vengono considerate quelle cubane, venezuelane o vietnamite.In realtà ci stanno portando verso la terza guerra mondiale, perché i popoli che per secoli abbiamo depredato stanno iniziando a svegliarsi e a decidere per conto loro, senza più chiederci nulla. E noi stiamo rispondendo con le guerre, con il protezionismo economico, con lo scontro tra civilità invece che con il dialogo e la cooperazione.
- Il neonato partito democratico porta con sé, ispirandosi al modello statunitense, tutto ciò: il ritorno al nazionalismo (il simbolo è dei colori della bandiera italiana), il sostegno al liberismo sfrenato, l’immagine piuttosto che la sostanza. Qual’é l’innovazione politica di cui tanto parla l’esecutivo del PD? Quali sono le nuove scelte programmatiche inedite?Basta guardare come Veltroni gestisce il Comune di Roma per capire che futuro si prospetta: Auditorium, grandi festival d’estate, paline elettroniche alle fermate del bus nei quartieri ricchi, nuovo Piano Regolatore da 64.000.000 di metri cubi in più di cemento redatto in accordo con Caltagirone e soci (con 270.000 appartamenti sfitti a Roma), tralasciando i problemi quotidiani che distruggono i cittadini: traffico paralizzato per decine di chilometri (stile New York), casa impossibile da acquistare o affittare, nuovi quartieri dormitorio privi dei più elementari servizi pubblici, enormi centri commerciali come il nuovo di Roma Est, centro storico in mano ai ricchi italiani e stranieri, senza tetto a dormire sotto raccordo e tangenziale. Questa è l’Italia che ci aspetta, l’Italia di Veltroni, l’Italia del futuro, dove tutto deve sembrare bello, non per forza deve anche esserlo.
- E ora ha trovato anche il partner con cui spartirsi la follia politica chiamata bipolarismo (un passo avanti e uno in dietro che definiscono base per la democrazia): Gianfranco Fini di Alleanza Nazionale.Un avversario perfetto, giovanile come Veltroni, uomo d’immagine anche lui, demagogico, populista al punto giusto, senza programma, con un passato senza un solo giorno di lavoro salariato, ma sempre in politica. Parlamentare anche lui di vecchia data (dal ’77 a soli 25 anni Fini, dal ’87 a 32 anni, ma Consigliere Comunale di Roma dal ’76 al ’81, Veltroni), professionista insomma della politica come Walter. Ex comunista uno, ex fascista l’altro: i due perfetti contrari complementari.
- E noi italiani stiamo regalando il paese in mano a questi soggetti che parlano di lavoro senza aver mai lavorato, di impresa senza mai averla fatta, di povertà senza mai averla vissuta. Mi auguro che rifletteremo bene su questo, perché sinceramente il futuro che vedo per l’Italia sta diventando sempre più buio. Mi auguro che negli anni il mio progetto politico del Governo del Cittadino possa diventare realtà, poiché per ora stiamo solo ritardando la tragedia di qualche anno.
Categoria: Politica