Foto tratta dal sito dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (ANPI)
Non starò qui a parlare della storia o dei fatti riguardanti il 25 aprile del 1945. Voglio invitare tutti quanti ad andare a parlare con i partigiani, i pochi rimasti, coloro che hanno combattuto per liberare l’Italia dalla guerra, dall’oppressione e occupazione nazifascista. Ho avuto la fortuna di parlare con alcuni di loro e la cosa che ancora oggi mi commuove è stata la loro capacità di credere ancora oggi, anche da anziani, che il futuro dell’umanità possa essere migliore, che si debba sempre lottare, tutti i giorni, per la libertà degli esseri umani, contro ogni autoritarismo.
Ogni volta che parlo con un partigiano sento un sussulto al cuore, un profondo senso di rispetto, per queste persone comuni che hanno scelto di diventare speciali, di lottare per i propri figli ancor prima che per se stessi, di unire gli esseri umani invece che dividerli, di ricordarsi costantemente quanto siamo simili. Il senso di umanità e la giovinezza che esprimono i loro occhi, i loro gesti, i loro sorrisi, è uguale: una dignità della vita, un coraggio, una sensibilità, che nel frenetico mondo contemporaneo sembrano qualità impossibili.
A questi uomini e donne straordinari va tutto il mio affetto, l’avermi regalato la possibilità di vivere in un paese che al di là dei mille problemi, è ancora abbastanza libero. E faccio una promessa a tutti i partigiani: il mondo e l’Italia che voi avete sognato, lo porterò sempre nel cuore; cercherò, per profonda gratitudine nei vostri confronti, di lottare quotidianamente perché l’Italia possa essere anche meglio dei vostri sogni. Veramente con tutto il cuore, grazie.