Sentiamo spesso parlare della necessità della riforma della legge elettorale in Italia. Ma qual’è lo scopo di una legge elettorale?
Per me lo scopo principale di una legge elettorale giusta e equa è dare rappresentatività a tutte le diverse visioni sociali e politiche del popolo (ricordando che, a norma dell’art. 1 della Costituzione, il popolo tutto è sovrano).
L’unica legge elettorale che secondo me può garantire tale sovranità è una legge elettorale proporzionale, senza sbarramenti e senza premi di maggioranza.
Il Parlamento deve essere rappresentativo del popolo sovrano e come può esserlo se basta avere una maggioranza relativa per avere la maggioranza assoluta dei seggi nella Camera, come con il Porcellum? Come può esserlo se si dà uno sbarramento al 5% o al 8% (parliamo quindi di milioni di voti) ad una lista di candidati?
Le obiezioni che si portano sempre a sfavore di una legge proporzionale sono sempre legate alla cosiddetta governabilità: la realtà ci dimostra che tale assioma è assolutamente falso, le due ultime leggi (Mattarellum e Porcellum) con premi di maggioranza, sbarramenti e maggioritario, non hanno garantito assolutamente governabilità al paese (negli ultimi 20 anni si sono succeduti 12 governi): hanno solo consentito ai poteri forti di governare il paese, privandolo di un’opposizione e del dibattito parlamentare, con leggi passate a colpi di fiducia, hanno quindi de facto depauperato il popolo di una reale democrazia.
Il problema della governabilità a mio parere non deriva dalla legge elettorale, quanto da candidati che abbiano come primo scopo il bene del paese, piuttosto che interessi personali. Se i parlamentari eletti sono persone che, pur nella diversità di visioni politiche, mirino a discutere e approvare leggi per tutelare i diritti costituzionalmente garantiti, piuttosto che interessi individuali o corporativi, la questione della governabilità diviene del tutto superata.
Alla base della democrazia vi deve essere la tutela dell’accesso equanime all’elettorato passivo, solo ciò può garantire che gli eletti siano soggetti che si pongono come servitori del popolo tutto: e tale tutela si può ottenere solo se la possibilità di far conoscere il proprio programma elettorale sia garantito a tutti i livelli, dai mezzi d’informazione alle tribune elettorali, solo se il processo che porta alla creazione di un programma elettorale da parte delle diverse forze politiche, sia il più possibile partecipato e condiviso, solo se la consapevolezza di ogni cittadino sul funzionamento dello Stato sia al massimo livello possibile.
Senza una legge adeguata che garantisca un’informazione libera e indipendente, senza una legge sul conflitto di interessi, senza una legge che vieti ai condannati per reati gravi di presentarsi alle elezioni, senza l’eliminazione dei rimborsi elettorali, senza una seria educazione civica che parta dalla scuola dell’obbligo, senza un sistema educativo che formi liberi e coscienti cittadini, qualsivoglia legge elettorale è del tutto inefficace a dare reale democrazia.
Il diritto al voto di per sé non è espressione di vera democrazia: un popolo ignorante è facile da ingannare, solo un popolo consapevole dei propri diritti e doveri porta alla formazione di uno Stato giusto e equo.