Riporto qui uno scritto di Jacopo Fo del 2008, che rispecchia completamente il mio pensiero sui problemi della nostra società. Secondo me Jacopo Fo dimostra tutta la sua illuminazione e consapevolezza in tale scritto. Grazie di cuore!
Fuori dal liceo Mamiani di Roma è apparsa una scritta che diceva grossomodo: “Franca Rame ha goduto a essere stuprata”. Si tratta di un antico insulto alle donne vittime di violenza sessuale. Vuol dire che sei tanto troia che ti piace comunque. Chi ha scritto questa frase evidentemente non ha idea di molte cose. Mia madre fu ustionata con le sigarette accese e tagliata con le lamette. La perizia medica misurò tra l’altro una ferita lunga quasi 30 centimetri. Poi fu violentata dai componenti del commando fascista che l’aveva sequestrata armi alla mano. L’aggressione fu talmente disumana che perfino uno dei membri del commando, disgustato, chiese agli altri di smetterla e ricevette per questo un ceffone che lo riportò all’ordine. Ora io mi chiedo che idea del sesso abbia uno che è convinto che una donna possa godere ad essere violentata. E mi chiedo che piacere sessuale possano trarre le donne che si accoppiano con questo individuo. E mi chiedo di che dimensioni sia il deserto interiore di questo maschio rampante, e quanta paura debba avere di non essere all’altezza di un vero incontro d’amore e di passione. Forse se entrasse nelle scuole una buona educazione al sesso e ai sentimenti questo vuoto esistenziale potrebbe essere colmato nelle generazioni future. La malattia dell’Italia non è solo politica, è morale, filosofica e sentimentale. Molti non sanno neppure cosa siano i sentimenti. Vivono tenendo carcerate le loro emozioni. Ma a scuola non si può parlare apertamente di corpo e di anima . In Italia continua a reggere questa connivenza oggettiva tra il clero reazionario e la cultura dello stupro. Il tutto con l’appoggio esterno di settori della sinistra maschilista. Quelli che dopo il corteo pacifista tornano a casa e picchiano la moglie e queli che l’ultima volta che hanno dato un bacio d’amore è stato al liceo. Quelli che parlare di punto G li fa incazzare perché “abbiamo cose più importanti di cui occuparci”. Io non credo che l’Italia cambierà seguendo chi è bravissimo a denunciare la corruzione e la violenza del capitalismo ma si dimentica di parlare di amore, amicizia, tenerezza, sesso, parto dolce, sentimenti, emozioni, ascolto di sé, educazione non autoritaria, scuola comica, arte, valore della vita, necessità di dare un senso anche alla morte. Il futuro migliore lo si costruisce casa per casa, migliorando i nostri baci e smettendo di consumare energia elettrica prodotta dal petrolio. E scendendo per strada a distribuire abbracci gratis. La mancanza d’amore si cura aumentando l’amore. Denunciare i crimini della Casta non basta. Disgraziatamente a sinistra e a destra siamo ancora in pochi a pensarla così.
Jacopo Fo – 25/02/2008 – Fonte: http://www.jacopofo.com/node/4296