Non esiste nessun re se nessuno vuole fare il suddito. Ma vivere da uomini liberi comporta responsabilità, molto più facile vivere da sudditi, anche se ciò non rende veramente felici. È la paura della responsabilità che porta una persona a vivere nella prigione che ha, con le proprie stesse mani, costruito. Avere proprie idee, vestire, abitare, muoversi, vivere come si vuole, fare ciò che veramente piace, comporta il dare il giusto peso al giudizio degli altri. Se si sceglie la sudditanza non si può che scegliere tutto in maniera tale da non sentirsi giudicato, quindi ci si omologa alla massa, alla superficialità degli accessori propinati dalle pubblicità delle grandi ditte multinazionali, per non rischiare di sbagliare, per non rischiare di essere “fuori moda”. Eppure è proprio dagli errori, dall’osare e dal rischiare in prima persona, che l’essere umano ha compiuto le più grandi scoperte ed è riuscito a creare qualcosa di nuovo, qualcosa che ha determinato un progresso per sé e per gli altri. E è proprio dallo svelare i propri talenti, sbagliando e provando di nuovo per tutta l’esistenza, che si impara ad amare la vita pienamente, a provare gioia per il solo fatto di esistere. Una migliore umanità può esistere solo se ognuno si impegna coraggiosamente ad essere libero ed indipendente, senza però negare o rifiutare l’oggettiva connessione con tutto ciò che è vita, senza mai negare l’immenso potenziale che ogni persona possiede, senza mai negare il dialogo. Perché senza dare la giusta importanza alla relazione non ci si può sviluppare pienamente, poiché nulla nasce dal niente. È dalla qualità delle relazioni con tutto ciò che ci circonda, dalla sincerità con cui ci rapportiamo con tutto, che può risplendere la nostra unicità, il nostro più vero e profondo valore. Non importa quante volte rimarremo feriti, delusi, quante volte saremo derisi, quante volte feriremo, deluderemo, deridremo, nel nostro quotidiano impegno a migliorarci: non esite gioia più grande dell’essere ciò che si è, nel dire sinceramente ciò che si pensa, senza alcuna vergogna, imparando a chiedere scusa e a ringraziare, impegnandosi a sviluppare le nostre virtù uniche e inimtabili e sostenendo gli altri affinché facciano altrettanto. L’unità nella diversità è l’unica realtà in cui è possibile essere felici. L’essere è sempre immensamente più grande dell’avere. Ma ci vuole coraggio. La vera felicità, quindi la consapevolezza di cosa è realmente la vita, non può essere compresa e ottenuta se si ha continuamente paura di vivere: e chiudersi all’altro è la massima espressione della propria arroganza, che altro non è che paura di vivere. Noi siamo tutto e tutto è noi. Se non si ha la piena consapevolezza di ciò non si può vivere da uomini liberi, tantomeno da uomini felici.
Non esiste nessun re se nessuno vuole fare il suddito
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Categoria: Umanesimo