La pace non si fa con le armi: un concetto ovvio, che anche un bambino delle elementari comprende chiaramente.
Ma non lo comprende il nostro Governo che ha deciso, con il Decreto Legge n. 16 del 28/02/2022, in palese contrasto con l’art. 11 della Costituzione e derogando alla Legge 185/1990, di inviare armi al governo ucraino. Si tratta di un atto scellerato e illecito, commesso dalle più alte cariche dello Stato.
Invece di mandare cibo, medicine, infermieri, medici, ingegneri, diplomatici, Draghi e soci hanno deciso di acuire il conflitto invece di spegnerlo: la Germania dichiara addirittura di voler investire 100 miliardi di euro per rafforzare la difesa.
Questi soggetti sono gli stessi che, quando come cittadini chiediamo aiuto perché non ce la facciamo a campare, ci dicono che dobbiamo stringere i denti, perché non ci sono fondi per garantire i più elementari diritti, come l’accesso ad un cibo di qualità e prodotto senza sfruttamento di ambiente e persone, l’accesso ad una scuola e una sanità universali e gratuite, la preservazione degli ecosistemi e delle risorse, la diminuzione delle diseguaglianze e l’aumento generalizzato della qualità della vita. E poi tirano fuori 100 miliardi di euro per armamenti! Capite dove è l’ipocrisia? Vi siete mai chiesti veramente perché accade ciò?
Il nostro Paese rientra, tristemente, nella top 10 dei produttori di armi nel mondo: è inaccettabile che, dopo gli orrori della seconda guerra mondiale, ancora si producano così tante armi.
Tutto ciò per folle avidità, per una vita basata sulla paura.
Io credo in un Europa dei popoli, civile, pacifista e democratica: dobbiamo tutti far sentire la nostra voce contro questa intensificazione della corsa agli armamenti, che non può che produrre ulteriori disastri.
Tutti i popoli del mondo sono fratelli, apparteniamo tutti alla grande famiglia umana: non lasciamo che siano i ricchi e i potenti a decidere il futuro dell’umanità. Sono certo che, come cittadini comuni, abbiamo in mano il potere di trasformare questo drammatico momento in un’opportunità di crescita verso un mondo nuovo, fatto di cultura, educazione, sostenibilità ambientale e pace.
Facciamo tutti la nostra parte, innanzitutto dicendo la verità, per rendere tutti consapevoli della realtà di ciò che sta accadendo: il fallimento della diplomazia per intransigenza delle parti.
Vogliono farci vedere il mondo come due schieramenti contrapposti, oriente e occidente, per meri interessi economici di pochi ricchi folli. Ma non è così: tutti i paesi del mondo collaborano ogni giorno a prescindere dalla nazionalità.
Grazie a questa collaborazione abbiamo acquisito un progresso tecnologico senza precedenti, che ci sta permettendo di trovare soluzioni alle problematiche più urgenti e complesse della nostra epoca, dalla salute all’ambiente. Le nuove generazioni stanno crescendo in un contesto sempre più globale, stringendo amicizie in ogni parte del mondo.
Io credo nell’amore tra tutti gli esseri viventi: credo fermamente che l’umanità sia capace di vivere in pace e armonia.
Ma perché ciò accada ognuno deve impegnarsi a tirare fuori da sé il meglio di ciò che è, giorno dopo giorno: ogni signola persona è cruciale per l’avvenire.
La realtà per tutti gli 8 miliardi di esseri umani che popolano la Terra è la medesima: non esiste re se nessuno vuole fare il suddito. Non esiste guerra se nessuno vuole fare il soldato. Non esiste ingiustizia se nessuno la commette. Il futuro del mondo è tutto nelle nostre mani.
La storia non ci assolverà
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