La guerra è sempre il fallimento del dialogo: viene proclamata dai potenti dei Paesi coinvolti, ma viene attuata da gente comune, pagata per fare la guerra, per fare propaganda, per costruire armi e elaborare strategie.
I potenti senza eserciti, senza civili disposti a realizzare armi e militari disposti a combattere, sarebbero tutti come il matto che sostiene di essere Napoleone.
La guerra è sempre un fallimento dell’umanità intera: chiunque pensa di non esserne in qualche modo responsabile è un illuso.
Se indaghiamo a fondo dentro noi stessi, dobbiamo porci le giuste domande per sapere quanto è ampio il nostro coinvolgimento individuale nel conflitto: la mia banca chi, come e cosa finanzia? I prodotti che acquisto dove e come sono realizzati, da dove vengono le materie prime, da dove viene l’energia usata per realizzarli? Per chi e cosa lavoro? Da dove viene l’energia che uso? Come mi comporto con gli altri? Sto sostenendo la mia comunità? Sto proteggendo la vita in ogni sua forma con i miei comportamenti? Dove posso migliorare?
Rispondendo sinceramente a queste domande il senso di impotenza rispetto a ciò che accade nel mondo viene meno: questo perché prendiamo coscienza del fatto che possiamo sempre fare qualcosa per influenzare il corso degli eventi. Sta a noi la scelta.
Vivere nella consapevolezza: l’uomo etico
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