“Natale” significa nascita. Ma la festività che cade il 25 dicembre nulla ha a che vedere con la nascita di Gesù, di pura invenzione cattolica (tale data fu scelta da Papa Giulio I solo nel 337 d.c.), bensì è legata al cosmo, con precisione al Sole. Difatti tra il 22 e il 24 dicembre cade il solstizio d’inverno (solstitium significa in latino “stare fermo”: difatti in questi giorni il sole sembra fermarsi nel cielo); in tale periodo la luce solare ricomincia ad aumentare durante le giornate e diminuiscono le ore di buio. Aureliano nel 25 dicembre 274 d.c. consacrò il tempio del “Sol invictus”, per onorare il culto del dio omonimo venerato dagli abitanti della città stato di Emesa, il cui aiuto fu fondamentale per la guerra dei romani contro la Regina Zenobia del Regno di Palmira.
Si presume che il culto del dio “Sol Invictus” sia ben risalente nel tempo e legato (come d’altronde molte delle festività usurpate dalla Chiesa a proprio uso e consumo) alla danza incessante dell’universo, alla ciclicità continua della natura rappresentata simbolicamente dalla venerazione del sole, stella madre senza cui non ci sarebbe vita sulla terra.
In ambito agricolo in tale periodo si comincia a pensare all’anno nuovo, a cosa coltivare e quando, ma rimane pur sempre per i contadini mese di meritato riposo.