Un paio di settimane fa in Venezuela (paese sotto dittatura secondo i nostri media, pur essendoci state nel paese decine di elezioni negli ultimi dieci anni controllate da organi internazionali e sempre dichiarate dagli stessi pienamente valide) sono stati arrestati 27 banchieri di 7 diversi istituti finanziari per presunti illeciti, tra cui il fratello del ministro della Scienza e Tecnologia dell’attuale Governo, il quale si è subito dimesso dall’incarico. Chavez si è dichiarato dispiaciuto dell’accaduto, conoscendo personalmente sia il Ministro dimissionario che il fratello arrestato, ma la legge è uguale per tutti e l’arresto anche di un uomo vicino al governo è la dimostrazione pratica che l’assunto del principio di uguaglianza è oggi in Venezuela una realtà. Chavez non si è messo a difendere i banchieri e ad accusare la magistratura, non ha tentato di nascondere la notizia, non ha protetto il suo Ministro, ma è stato lui stesso a raccontare l’accaduto.
Dalle nostre parti invece ai banchieri che sbagliano si rimborsano gli errori con i soldi dei cittadini, perché i nostri sistemi politici sono ormai in mano alle lobby economiche, non hanno più nessuna autonomia decisionale, debbono rispondere non più al popolo, ma agli investitori. Cio si è palesato quest’anno con la crisi finanziaria (una crisi che in Italia va avanti da 25 anni ormai): i soldi bruciati dalle banche per erronee manovre finanziarie e per l’innata propensione del sistema capitalistico ad andare in crisi, sono stati rimborsati per decine di miliardi di euro dallo Stato con i soldi dei cittadini, i medesimi cittadini che spesso sono i piccoli risparmiatori che tengono in vita le banche e a cui non è stato accordato nessun rimborso.
Nel sistema economico del capitale, il rischio è del cittadino risparmiatore e la decisione del banchiere. Le banche non prestano più se non a chi già ha i soldi (quanto ci ha impiegato Berlusconi ad avere una fideiussione di 750 milioni di euro dagli istituti di credito per pagare a De Benedetti la condanna nel processo IMI-SIR?). Il cittadino risparmiatore non solo deve assumersi il rischio degli investimenti decisi dalle banche senza poter intervenire, ma deve anche sottostare a tutta una serie di verifiche per valutare la sua solvibilità, al contrario di imprenditori e industrie, i quali, come abbiamo visto in questi anni con i casi Cirio e Parmalat, vengono considerati solvibili grazie ad un pezzo di carta, un semplice bilancio che, se erroneamente redatto (anche in maniera voluta), in Italia non comporta nessuna azione penale a carico del C.d.A. o delle aziende certificatrici del bilancio.
E grazie a questo sistema migliaia di persone si trovano senza lavoro, per decisioni sbagliate di imprenditori e banchieri che non pagano mai, sono i protetti dal sistema.
Un paese come il Venezuela ci insegna oggi l’etica della politica, da noi ormai dimenticata in favore dell’affarismo più sfrenato, ci insegna cosa significa avere uno Stato e un Governo servitori del popolo e non suoi padroni. E ovviamente nessuno ne parla.