Un articolo che postai molto tempo addietro sul bilancio dello stato italiano è stato uno dei più letti in assoluto. D’altronde i media si guardano bene dal comunicare alla maggioranza dei cittadini tali informazioni, vista la pessima situazione economica e sociale in cui versa il nostro paese. Eppure tutti dovrebbero sapere per capire il livello di incompetenza e demagogia a cui sono arrivati politici e governanti del nostro paese, affaristi senza scrupoli e privi di ogni interesse per il bene pubblico. In un periodo di campagna elettorale come quello di questi giorni è di ciò che si dovrebbe parlare, ma nessuna parte politica si assume tale responsabilità, non prenderebbero nemmeno un voto se ne parlassero, visto che per la maggior parte sono le medesime persone da trenta anni e sono i diretti responsabili di tale situazione; in più gli italiani non chiedono a gran voce informazioni su come vengono spese le tasse che pagano, non si parla più di sanità, scuola, lavoro se non per parlare degli scandali di corruzione, concussione, nepotismo, negligenza, che ormai sono quasi quotidiani. A me non sta bene, io voglio sapere e voglio che tutti sappiano, dobbiamo tutti assumerci la responsabilità sui beni comuni, questo significa essere veramente cittadini, di questo dobbiamo tornare a parlare quando usiamo la parola “politica”.
Quindi in sintesi vado ad illustrare i dati che sono riuscito a reperire, relativamente questa volta agli anni 2008 per il budget dello stato e trimestrale di cassa per il secondo trimestre del 2009.
La documentazione da cui traggo le mie riflessioni la trovate in fondo all’articolo, sono tutti dati ufficiali pubblicati dai vari apparati dello Stato, metto anche i links da cui poter accedere alle pubblicazioni fondamentali sul tema.
Partiamo dal fabbisogno dello Stato italiano, corrispondente alle risorse finanziarie necessarie alla copertura del bilancio dello stato: dai dati al secondo trimestre 2009 è rilevante notare che si è arrivati all’astronomica cifra di 50.000 milioni di euro, quasi il doppio dello stesso periodo del 2007, mentre l’indebitamento netto (ossia la differenza tra tutte le entrate e tutte le uscite) si attesta a quasi 50.000 milioni di euro, quintuplicato rispetto al medesimo periodo del 2007.
I governi rispondono a questa pessima situazione finanziaria emettendo più titoli di Stato (BOT, CCT, etc.) che a breve termine coprono il fabbisogno di cassa (per l’esattezza l’82% del debito è coperto dai titoli di stato), ma a lungo termine non fanno che aumentare l’indebitamento dello Stato, per via degli interessi che si vanno accumulando su tali titoli e che vanno pagati per evitare il default finanziario (ossia l’impossibilità da parte dello Stato di pagare detti interessi); quindi stiamo andando verso una crisi senza vie d’uscita, una vera e propria paralisi dell’amministrazione pubblica (con il default lo Stato non pagherebbe più né le pensioni, né gli stipendi dei dipendenti pubblici, quindi si arriverebbe all’apocalissi economica e sociale di questo paese).
Il debito del settore statale si attesta a 1.584.083 milioni di euro al 30/06/2009, contro 1.339.091 milioni del 31/12/2004, un aumento enorme e che non accenna a diminuire, ma al 31/12/2009 ha superato la ragguardevole cifra di 1.760.000 milioni di euro.
Vado ora a riportare la classificazione funzionale della spesa (COFOG), un sistema elaborato 15 anni fa dall’OCSE, che consente di capire la ripartizione delle spese dello stato per funzioni (sanità, scuola, etc.), molto utile per comprendere se le promesse dei vari governi sono corrisposte in concreti atti volti a migliorare la situazione di questo o quell’altro settore. I dati sono riferiti al 2008 e ci ho messo non poco per trovarli erano praticamente nascosti nei meandri del sito della Ragioneria Generale dello Stato.
Si evince da tali dati la totale follia nella gestione dei conti pubblici da parte dei Governi Berlusconi e Prodi e dei ministri Tremonti e Padoa-Schioppa. Salta subito all’occhio ad esempio che per la voce “l’Italia in Europa e nel mondo” sono stati spesi quasi 28 miliardi di euro, più del 7,50% del totale, contro gli 8 miliardi per la giustizia (2,31%), 1 miliardo per l’agricoltura (0,3%), 59 milioni per l’energia e la diversificazione delle fonti energetiche (0,02%), 4 miliardi per la ricerca e l’innovazione (1,13%), 980 milioni per la tutela della salute (0,27%), 3,6 miliardi per le politiche per il lavoro (1,01%). Non ci meravigliamo quindi che l’Italia sia il paese che é, se non corriamo subito ai ripari dando la gestione dello Stato a persone ben più sagge delle attuali, controllandone costantemente l’operato, il futuro sarà ben più nero di quanto possiamo immaginare. E soprattutto dobbiamo evitare che fuggano altrove i responsabili di questa stupida gestione del denaro pubblico. C’è bisogno di una nuova Resistenza, teniamoci pronti.
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Caro Dario,
tu sai per tutte le chiaccherate fatte da quando ci conosciamo, come io sia innamorato della politica e per quanto tempo io mi sia dedicato ad essa. Continuo a farlo, ma da un altro palcoscenico. Credo che quei conti che tu rappresenti prima o dopo saranno pagati e credo che la Grecia ci insegni da chi. I proletari o coloro che per natura ideale non si sono mai staccati da quella classe, saranno chiamati a porre rimedio sottraendo alla loro povertà risorse che li renderanno ancora più poveri. E’ il destino del capitalismo e della sua forma di barbarie fondata sullo sfruttamento dell’uomo che ha chiuso con ogni senso di responsabilità su ogni altro uomo. Ricostruire una nuova relazione fra umani in cui conti il senso della collettività, il bene comune della comunità, l’assunzione di responsabilità nei confronti degli altri e quindi di noi stessi è il compito che ci dobbiamo dare per superare l’inevitabile senso di angoscia che ci creano i dati che eroicamente hai cercato nei meandri dei siti governativi. Erano nascosti perchè nulla vale quanto poter continuare a derubare indisturbati i veri sostenitori dello stato, quelli che pagano le tasse e vengono licenziati se non servono più nel percorso della produzione della merce.
Sai che da tempo penso che bisogna costruire una nuova economia, sganciata da quella dei furfanti e dei barbari, autonoma e capace di ricostruire il territorio interiore delle persone che vivono dell’emozione che produce la speranza insita nel sentirsi partecipi di una comunità di persone gentili. Farsi carico degli altri facendo economia garantendo la dignità dell’assunzione di responsabilità attraverso i propri acquisti. Garantire la vita agli altri e a sé stessi consumando criticamente all’interno di una nostra filiera di produzione, distribuzione e consumo. Potremo così lasciare andare alla deriva, come era già scritto nel dna dell’economia capitalista, quel sistema che con tanta precisione ci hai fatto capire imploderà sui suoi debiti.
Il mio campo di patate ha gettato le prime foglie dalla superfice del terreno, anche per quest’anno avrò di che sfamarmi assieme ai miei cari.
Con un enorme affetto per l’intera umanità,
Gigi