Tempo di lettura: 2 minutila storia che sto per narrarvi è totalmente vera, nessun particolare (purtroppo) è frutto di fantasia.
Io abito in un paesino del centro Italia, a pochi chilometri da Roma, uno di quegli agglomerati urbani senza storia, senza cultura, nati per distaccamento da paesi di maggiori dimensioni, in nome di un’autonomia che non di rado nasconde nemmeno troppo velatamente l’affarismo più bieco. Mi ricordo che quando si cominciò a chiedere l’indipendenza dal paese maggiore una quindicina di anni fa (siamo un poco padani anche noi), bruciarono per giorni i cassonetti della città, pur di “velocizzare” tale riordino amministrativo… Chissà quanto pagarono i ragazzi che andavano ad appiccare i roghi, chissà quanti sono oggi quei giovani ancora vivi, sani e liberi, visto la droga pesante che gira nel paese, la micro criminalità in cui, tramite la droga e non solo, si sono invischiati, le faide tra giovani ispirati sempre più dalle “gangs” di New York che la televisione non gli fa mai mancare come esempio di rettitudine morale.