Le menzogne del potere 3: Obama e il sogno americano

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Obama e il sogno americano

Vi ricordate l’emozione di tutti i media all’elezione di Obama a presidente degli Stati Uniti? Doveva essere il presidente del cambiamento, del progresso, della rinascita, le solite menzogne insomma, almeno a vedere questo 2009 che volge al termine. E inaspettato è giunto anche il premio Nobel per la Pace, con lo stupore generale, ben altre persone avrebbero potuto riceverlo: ad esempio il presidente boliviano Evo Morales, che da umile indigeno è riuscito a farsi eleggere democraticamente per due volte con una schiacciante maggioranza, a riformare la costituzione proteggendo i beni comuni come l’acqua e le altre risorse, a sradicare l’analfabetismo, a ridurre le disparità sociali: andatevi a leggere la sua storia, è commovente e esemplare.

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Illusione

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Il problema basilare, la pietra angolare d’ogni insensibilità e incoscienza dell’essere umano, risiede nel vivere nell’illusione, nel voler credere alla menzogna. Guardando ad esempio in televisione una pubblicità d’un prosciutto viene narrata una realtà parziale, spesso ipocrita, esaltando il gusto, la genuinità: mai però viene mostrato il processo di macellazione, sullo stile “Guardate come macelliamo bene le nostre carni!” (ma ve lo immaginate?). Alla maggior parte delle persone piace essere illusa: la gran parte dei convinti “carnivori” che conosco non è mai stata in un macello e men che mai ci andrebbe. È meglio che il “lavoro sporco” lo faccia qualcun altro. Io non ho nulla a che dire con chi mangia carne, sono scelte del tutto individuali, è solo per portare un esempio forte: un esempio forte di come molti esseri umani sappiano arrivare a mentire a se stessi e agli altri al punto da non avere più il senso della realtà. Come diceva Gramsci l’illusione è la gramigna più tenace della coscienza collettiva.

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Futuro presente

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Sono le 21:50 e su rai tre parte la pubblicità di intermezzo con Ballarò.

Prima pubblicità quella della Coca Cola che, con disegni infantili, illustra il racconto di una bimba che affronta la crisi accontentandosi del poco che può avere, perché preferisce il panino con il salame al caviale, la casa della nonna all’albergo e così via. Insomma tocca abituarsi ad essere poveri. E fortuna che siamo in par condicio!

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Adesso

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Luna

Luna

Vivo qui, solo, in questi istanti eterni,
collegato a tutto, ma pochi hanno
coscienza di essere legati a me,
ora che sono solo amore.
Il futuro è il paradiso
proprio d’un inferno presente:
come poter non vergognarsi
di far vivere qui, ora, così,
i bimbi figli di questa umanità!

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duemilanove

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Ecco che un nuovo anno comincia, il 2009. Questo numero fa riaffiorare nella mia mente i romanzi di fantascienza che leggevo da piccolo, da “2001 Odissea nello spazio” di Arthur C. Clarke a “La macchina del tempo” di Herbert George Wells, all’intero “Ciclo della fondazione” di Isaac Asimov. Narrano di un avvenire ultra tecnologico, della conquista dello spazio, di psicostoria, di una più evoluta e complessa concezione della vita, ma in particolare di un futuro dove i rapporti umani sono solo una parte dell’universo conosciuto, perché non è solo la nostra specie ad esistere nel cosmo. Ed ecco che dalla fervida immaginazione di questi grandi scrittori appaiono nuove specie intelligenti, con la loro psicologia e la loro visione dell’universo spesso ben divergenti da quelle umane, ma che convivono insieme nel cosmo infinito. Il grande merito di questi narratori è stato aprire la mente verso il futuro, poterselo immaginare al di là del nostro tempo, oltre lo spazio fisico del nostro sistema solare, oltre la nostra specie.

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